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Redda.
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Si rigirò sotto le coperte, infastidito. Gli sembrava quasi di trovarsi tra le dune del Sahara, sotto un sole cocente, a causa di quella sensazione di caldo soffocante che percepiva, e che aveva reso la sua pelle leggermente umida. Era colpa del termostato; Lupe, prima di andare via, lo alzava sempre al massimo, ipotizzando che, in caso contrario, correva il rischio di morire d’ipotermia durante la notte. Avrebbe dovuto farle un discorsetto sull’eccesso di zelo.
Si scoprì appena e sorrise quando il suo corpo venne a contatto con l’aria, ricevendo un po’ di refrigerio. Ora andava decisamente meglio.
Si concesse un lungo sbadiglio e, dopo aver stropicciato gli occhi, ancora appesantiti dal sonno, diede un’occhiata alla radiosveglia che aveva sul comodino, e vide che erano appena le sei del mattino. Che ci faceva sveglio a quell’ora? Per lui le sei erano il momento in cui andava a dormire, e non viceversa.
Intenzionato a riprendere sonno, si voltò su un fianco, dando le spalle alla sveglia; in quel modo poteva far finta di non averla vista. Quando ebbe finalmente trovato una posizione comoda, il suo sguardo intercettò qualcosa che, per un attimo, lo lasciò interdetto.
Sul lato destro del letto vedeva sbucare una chioma bionda da sotto il piumone, e gli ci vollero un paio di minuti per ricollegare a chi appartenesse. Gli sembrava irreale pensare che Justin Franken avesse dormito a casa sua; nel giro di pochi mesi, a causa di quel ragazzino, la sua vita si era letteralmente capovolta sottosopra.
Un po’ dell’irritazione che aveva provato la notte prima tornò a farsi viva. Justin era andato lì perché si erano praticamente messi d’accordo per fare sesso, o forse era meglio dire che era stato lui a fargli pressione. Le cose erano cominciate alla grande, con un piccolo litigio all’inizio, ma che era stato subito sedato da un bacio; erano poi saliti in camera da letto e avevano cominciato a spogliarsi, e la cosa si era conclusa lì. Justin lo aveva bloccato (scusa Stronz se do la colpa a tuo figlio XD), dicendogli che forse sarebbe stato meglio aspettare ancora un po’; aveva parlato di grande passo e di altre cose, ma lui non lo aveva ascoltato, perché si era fermato al “niente sesso”. Nel giro di un secondo lo aveva smontato, mandando in frantumi tutte le fantasie che aveva messo su durante quella pseudo relazione che si era venuta a instaurare tra di loro.
Avevano cominciato a litigare, come da routine, e si erano accusati a vicenda: lui era diventato un maniaco che pensava solo al sesso, e Justin una frigida bigotta. Il biondino era poi riuscito a calmarlo con le sue armi subdole, facendo leva sui suoi punti deboli, e alla fine si erano messi a dormire, ma, quando si era rifiutato di abbracciarlo, aveva ricevuto un calcio sullo stinco, con vaffanculo annesso.
Si mordicchiò l’angolo della bocca, pensieroso. Avrebbe dovuto svegliarlo? Tecnicamente tra un paio d’ore sarebbe cominciata la scuola, ma lui era più propenso a passare il resto della mattinata a letto, che su di una scomoda sedia.
Scivolò sotto il piumone e si incollò alla sua schiena. Forse avrebbe fatto meglio a mantenere una certa distanza, visto che non era stato il solo a svegliarsi (giustamente quel poverino era rimasto insoddisfatto e reclamava le sue attenzioni), ma Justin non poteva accusarlo di approfittare della situazione, perché anche lui era un ragazzo e sapeva che certe cose, soprattutto al mattino, erano normali. Senza contare il fatto che aveva bisogno di calore umano, povero cucciolo… e poi se si fosse concesso una strusciatina o due che male c’era?
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La serata di fuoco passata con Blake non era finita esattamente come diciamo "entrambi" volevano. Justin, preso da un moto di agitazione dovuto forse alla paura di provare troppo dolore facendo sesso con l'altro, e anche al timore che dopo la loro prima volta Bubi lo avrebbe scaricato come Matt, alla fine si era bloccato e aveva preferito mettersi a parlare di qualcosa, senza comprendere però che il ragazzo vicino a lui aveva alcuni bisogni da placare. Un vaffanculo gli era bastato per dargli le spalle e snobbarlo, nonostante il dispiacere, ma i pensieri per sua fortuna erano venuti a meno poco dopo, quando il biondino aveva cominciato a sentirsi sempre più assonnato, fino a cadere in un sonno profondo.
Che Justin fosse puntuale, preciso e perfettino, era risaputo, ma per andare a scuola si era sempre svegliato entro le sette, dunque quando Blake gli si era avvicinato la mattina, lui non si accorse di nulla, se non che provò un leggero 'fastidio' una volta avvenuto il contatto. Tuttavia non si lamentò, si limitò a muoversi appena, spingendo la schiena indietro come volesse cercare di capire cosa ci fosse dietro di lui, nonostante il gesto fosse invece del tutto automatico e non calcolato.. -
Redda.
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Non essendo particolarmente sveglio di suo, e al mattino la cosa raggiungeva i massimi livelli, non aveva interpretato il gesto di Justin come qualcosa di automatico; non ci pensava proprio al fatto che il biondino stesse solo cercando di capire cosa gli si era appiccicato addosso, certo che no, per lui quello era un suo tentativo di farsi perdonare per averlo fatto andare a dormire irritato e dolorante. Che avesse finalmente deciso di sciogliersi un po’? Era stato già abbastanza strano sentirgli dire quel “no”, quando, al mattino, avevano praticamente copulato dietro il sedile della sua macchina. In un primo momento aveva pensato ad un possibile scherzo, insomma una sorta di punizione per chissà cosa, quindi si era fatto una risatina e via, ma ci era rimasto male quando quel no si era rivelato essere un vero no.
Va bene, aveva un gran cuore quindi aveva deciso di perdonarlo, in fin dei conti mattina o sera che differenza poteva fare? L’importante era fare, per l’appunto! Così gli si incollò ancora di più addosso, come un francobollo o una cozza sullo scoglio, e prese anche lui a muoversi, “assecondando” i movimenti del biondino. E, per fargli capire quanto stesse apprezzando quelle sue attenzioni, di cui aveva veramente bisogno, cominciò anche a mordicchiargli l’orecchio, e in qualche strano modo, secondo lui, quel gesto doveva essere una sorta di premio nei suoi confronti.
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Rincoglionito come solo potrebbe essere una persona la mattina, o dopo aver preso una botta in testa, pensò che fosse un sogno quello che stava vivendo, come quando suona la sveglia e la tua mente decide di incorporare il rumore a qualche sogno strano, lol. Dunque immaginò che un cagnolino, un barboncino per precisione, gli stesse leccando l'orecchio, e a quel gesto reagì ridacchiando divertito, e inclinò il capo per allontanarlo -da bravo..- sorrise facendosi piccolo piccolo contro l'altro, lasciandosi scappare un sospiro di esasperazione decisamente fraintendibile. Quel cane non voleva proprio lasciarlo in pace, eh! . -
Redda.
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Ovviamente lui equivocò alla grande quel sospiro, e lo interpretò in tutt’altra maniera. Ci stava, ormai non c’era alcun dubbio! Entusiasmato dall’idea di poter fare a breve del sesso mattutino - e secondo gli esperti quello era il miglior modo per affrontare la giornata, o forse era solo lui a usarla come scusa - continuò quelli che dentro la sua testa erano diventati dei preliminari. Dall’orecchio passò al suo collo, sopra il quale cominciò a far scorrere la lingua (proprio come un cane), afferrando poi un lembo tra i denti, che prese a succhiare; ormai la regola del niente succhiotti era stata archiviata, no? Contemporaneamente continuò a strusciarsi addosso a lui, convinto che anche Justin stesse apprezzando la cosa quanto lui, peccato che non si fosse nemmeno accertato del fatto che fosse sveglio o meno. . -
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In una manciata di secondo tutte quelle leccate vennero prese come qualcosa di equivoco e dopo il morso sul collo, Justin spalancò gli occhi, svegliato di soprassalto, e sebbene come risposta agli stimoli del suo corpo gli fosse venuta la pelle d'oca, il biondino rotolò su un fianco e si allontanò dall'altro, alzando il busto semi scoperto dal piumone, una mano sul collo e gli occhi sgranati verso Blake. -cosa stavi facendo, pervertito!- esclamò con le gote che intanto prendevano fuoco. Quello che stava facendo era palese in realtà, la domanda era circa retorica. Blake era un maniaco, ormai l'aveva capito, ahimè. . -
Redda.
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Lo fissò, battendo appena le palpebre – Per quale motivo mi stai dando del pervertito?! – Prima gli si strusciava addosso, poi faceva quei rumori equivoci e ora lo accusava di essere un maniaco?! – Non stavo facendo niente di male – si discolpò – e poi perché ora sembri tanto scandalizzato? Fino a due minuti fa ci stavi – Cominciava davvero a non capire quel ragazzo, sembrava assecondarlo e l’attimo dopo cambiava subito idea; non lo capiva che in quel modo era il suo povero cervello a risentirne? Se soffriva di bipolarismo, ed era evidente che fosse così, perché non poteva trasformarsi in un Mr Hyde ninfomane invece che Suor Maria Claretta?! Era snervante. . -
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Inarcò un sopracciglio e lo fissò come se l'altro fosse appena uscito da un film si fantascienza. -cosa stai dicendo?!- continuò, senza capire davvero di cosa l'altro stesse parlando. Per Justin era del tutto inappropriato il suo comportamento, come poteva approfittare di una tenera creatura dormiente e strusciarglisi addosso? inammissimibile! - Stavo dormendo, finché non hai iniziato a fare il porco! Sei scemo per caso? Se mi hai lasciato qualche segno sul collo passerai un brutto quarto d'ora, ti avverto!- si imbronciò e prese i lembi delle coperte per tirarsele fin sopra il volto e rimettersi steso, supino sul materasso. -e lasciami dormire, maniaco!- . -
Redda.
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– Non hai nessun segno - sbuffò, roteando gli occhi verso il soffitto; sì che c’era e anche bello evidente, perfino un cieco sarebbe riuscito a vederlo a un chilometro di distanza, ma sarebbe bastato un po’ di quella roba che usavano le ragazze e via, oppure una sciarpa, non c’era bisogno di fare tante storie – E poi non fare la vittima della situazione, perché ti ho sentito mentre ti strusciavi, mi hai addirittura detto di fare il bravo, quindi ora non venirmi a dire che la colpa è mia perché è palese che la tua intenzione era quella di provocarmi! – Era lui la povera vittima della situazione, eppure ne pagava le conseguenze, tutto ciò era inammissibile – Non usare la scusa del “stavo dormendo”, caro mio, perché con me non attacca. Di’ piuttosto che la tua anima da bigotta frigida si è rifatta viva, scalzando la tua vera volontà di lasciarti finalmente andare, e invece no, devi startene sulle tue! – Stava farneticando, l’astinenza gli comprometteva i neuroni, facendoli cozzare gli uni contro gli altri – E comunque – aggiunse, tirando via la coperta e dandogli un piccolo calcio sul sedere – questo è il mio letto e, dato che ne sono il padrone indiscusso, posso anche decidere di non lasciarti dormire – Stavano litigando, anche di prima mattina. . -
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-lo spero per te!- avrebbero ricominciato a litigare non appena Justin avrebbe incrociato uno specchio o il minimo riflesso della sua immagine, ma per il momento aveva deciso di fidarsi delle parole di Blake. Per tutto il resto del tempo durante il quale l'altro lo aveva accusato di non sapeva nemmeno lui cosa, non lo ascoltò nemmeno, rimanendo sotto le coperte finché non gli vennero tolte. Piagnucolò per il calcio e si voltò a guardarlo come per dire "tiammazzeròconunasaettainvocataalcielo" e fece per parlare, ma richiuse immediatamente la bocca onde evitare di risultare sboccato. -tu mi lasci dormire, non è che dato che questo è il tuo letto devo fare quello che vuoi tu, idiota- sbottò stizzito . -
Redda.
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– Beh quello che avevo in mente di fare io era molto più divertente – borbottò, scalciando via le coperte con aria stizzita – E poi non fare il santarellino perché, fino a prova contraria, anche tu ieri volevi fare quello che io volevo fare su questo letto – Ancora una volta parve ignorare il piccolo dettaglio dell’aver praticamente costretto Justin ad andare da lui, evitando così di farlo uscire con Travis – E non provare a dire di no perché sei stato tu a corrermi dietro in cortile, mi hai chiesto di portarti a fare un giro e poi dentro la mia macchina mi hai apertamente provocato, fino a farmi cedere – Ormai erano entrati in un circolo vizioso dal quale non sembravano essere in grado di uscire, o forse inconsciamente erano proprio loro a non volerlo fare. Litigavano e facevano pace, litigavano e facevano pace – E se proprio vuoi dormire paga il pedaggio, usufruire del mio materasso ha il suo prezzo – Anche se discutevano lui ne approfittava, non poteva farne a meno, era nella sua natura, e poi sperava sempre di ottenere qualcosa, non si poteva mai sapere. . -
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Di canto suo, Justin continuò tranquillamente a dormire, come non fosse successo nulla e nessuno avesse proferito parola. Blake era solo frutto della sua immaginazione, e ora avrebbe potuto dormire ancora un bel po' prima di dover andare a scuola, eccome come sarebbe andata. Allungò un braccio per riprendere le coperte e se le rimise addosso, nonostante non servissero a chissà ché, dato che sembrava di essere finiti in un forno, ma a Justin stare coperto metteva sicurezza, tsk. -'notte- biascicò soltanto, stendendosi a pancia in giù . -
Redda.
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Come osava liquidarlo con un “notte”?! Doveva stare lì ad ascoltarlo mentre lo rimproverava. Ora gli avrebbe fatto capire che non stava affatto scherzando; gli strappò di nuovo via la coperta e gli si sedette sul sedere, in modo che non potesse muoversi – Paga pegno o comincerò a farti il solletico fino a quando non te la farai addosso, e sai che lo farò – lo minacciò, pungolandogli un fianco come avvertimento. Quelle sì che erano metodi truci, roba da caccia alle streghe. . -
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-Va bene, ma io non soffro il solletico, e il tuo coso mi sta bucando una chiappa- commenta inarcando un sopracciglio in segno di dissenso. - perché non mi fai un massaggino, per conciliare il sonno, invece?- propone divertito, trattenendo un sorriso. Lo stava palesemente trollando, o perculando insomma. . -
Redda.
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– Ma certo, perché non ci ho pensato prima? E dimmi, gradisci anche la colazione a letto? – gli domandò sornione, arricciando le labbra in un sorriso – Una manicure? Posso anche chiamarti una parrucchiera per farti fare la messa in piega. Oppure… potrei soffocarti col cuscino! – esclamò con entusiasmo, prima di assottigliare le palpebre. Fece scivolare le mani sotto il suo petto e gli afferrò i capezzoli, stringendoli tra le dita; quello sì che rientrava nella categoria delle torture. Non era piacevole, a meno che uno in realtà non fosse un sadomachista, ma dubitava che Justin avesse simili perversioni – Paga pegno e chiedimi umilmente perdono per avermi dato del pervertito! - .
Siamo tornati :D behappy e tanto amore |
