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Redda.
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- Ah, erano lì? - domandò con finta innocenza - Chissà come ci sono finiti, io non ne ho proprio idea - Nel frattempo lui cercò di farsi più pesante e tirò dalla parte opposta; era una specie di tiro alla fune, anche se rischiava di lussarsi una spalla - Dovresti essere un po' più gentile con me, sai? In fin dei conti hai usufruito del mio letto e non ho ancora sentito nessun grazie da parte tua. Dovrò riferire ai tuoi che hanno cresciuto una specie di bambino della giungla, senza un briciolo di educazione - 
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-Blake, spostati immediatamente- commentò guardandolo in malo modo -grazie; adesso fatti da parte, sei un rompi palle- e intanto tirava. I suoi poveri pantaloni avevano bisogno di soccorso! -faremo tardi a scuola, alzati!- magari è pure domenica, mashht. . -
Redda.
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- Certo che se me lo dici così sei proprio convincente - gli disse, incarcando un sopracciglio - Sorvolerò sul fatto che tu hai dato a me del rompiballe, perché da che pulpito mi arriva la predica... e poi non mi va di andare a scuola - E quando mai gli andava, essere obbligato a presentarsi lì ogni mattina gliela faceva amare ancora meno - Si sta tanto bene qui, al calduccio. Che motivo avrei di alzarmi per passare tutte quelle ore seduto sul banco, con te accanto? Dimmene uno - . -
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-non ti do nessun motivo, ma io voglio andarci a scuola, e per andarci ho bisogno dei pantaloni, quindi alza le chiappe e lasciameli prendere. So che ami la mia compagnia così tanto, ma prima o poi dovremo ahimè separarci- commentò tutto impettito -e ti levi, porco cane- borbottò infine sbuffando. -ti faccio una sega- ma sì, vendiamoci. Tanto gliene ha fatte in questi giorni, a bizzeffe! . -
Redda.
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Maledetto, sapeva che lo avrebbe comprato con il sesso, era subdolo e malvagio. Certo era che con Justin non si poteva mai essere sicuri, perché quando prometteva una cosa capitava spesso che avesse improvvisi vuoti di memoria o facesse tutt'altro. Era sinceramente combattuto: cedere e mostrarsi debole, oppure continuare la battaglia per il possesso dei pantaloni? C'era anche da tenere presente che, se non fosse andato a scuola e suo padre lo avesse scoperto, il suo sedere sarebbe stato dolorante per diverso tempo - Purtroppo per me è più difficile a dirsi che a farsi, e di te non riesco a liberarmi. Sei fortunato solo perché devo andarci per forza a scuola, e per l'affronto di ieri non ne basterebbero un trilione di seghe! Ti si dovrebbe staccare il polso - L'aveva detto che gli rodeva? Si alzò dal letto, sconfitto, e si avvicinò all'armadio - Vedi di aspettare qui immobile, io devo fare la doccia. Non andare alla ricerca di qualche sounvenir da aggiungere al tuo altarino in mio onore - Prese un cambio e uscì dalla stanza, richiudendo la porta. Un paio di minuti dopo il suo cellulare, abbandonato sul comodino, si illuminò; gli era appena arrivato un sms di Yana/Yara (io sto minchia di nome ancora non me lo ricordo), che chiedeva al suo amorino se si era già svegliato. . -
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Fortunatamente Blake sapeva ragionare e suo padre era un tipo severo, grazie a dio. Così non doveva neanche fargli la sega, era proprio un ragazzo fortunato, tsè. -Bene, allora ti aspetto- borbottò aggrottando la fronte -quale affronto?- già se n'era dimenticato che gli aveva negato le chiappe. -fai quello che ti pare, io mi preparo per scuola..- anche se a dire il vero non aveva tutti i libri. -hai dei trucchi? Anche solo la matita nera? uff- Justin stava benissimo acqua e sapone, era sexy e meno checca, più uomo, e forse era anche per questo che si truccava, lol. Insomma, una giornata non checcosa poteva solo che giovargli. Notò il cellulare illuminarsi, ma per non essere maleducato pensò di farsi gli affari suoi e continuare a vestirsi, prendendo i suoi pantaloni, finalmente. -DEVO LAVARMI I DENTII!- . -
Redda.
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Era mai possibile che riuscisse a sentire le sue urla perfino in bagno? Ma che razza di corde vocali aveva quel ragazzo? Era impressionante. Cercò di impiegarci meno tempo possibile, non voleva che quel pazzo gli sfondasse la porta e lo trascinasse in giro nudo. Dopo essersi asciugato, indossò i boxer puliti e mise l'accappatoio, che legò per bene prima di tornare nella sua stanza. Una volta superata la soglia si guardò in giro per controllare che ci fosse ancora tutto - Che avevi da strillare tanto? - gli chiese, passandosi il cappuccio dietro il collo - Ti avrà sentito anche il portiere - Scosse il capo e per abitudine, prima di vestirsi, andò a controllare il telefono. Notò il messaggio di Yana e, senza nemmeno aprirlo, lo cancellò e lanciò il cellulare sul letto. E chi aveva ricevuto niente? . -
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-Devo lavarmi i denti, e devo pettinarmi e truccarmi- borbottò gonfiando le guance. -...- lo guardò poi restando in silenzio come farebbe uno scanner con un foglio. -sexy- pigolò "pucciosamente" -me lo fai una lapdance?- tutto questo per metterlo in imbarazzo ovviamente, anche se sì, pensava fosse un gran pezzo. . -
Redda.
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- Ti do il tempo di lavarti i denti, anche perché ne va della mia vita. Non eri tu a dire che eravamo in ritardo? Hop hop - gli disse, indicandogli la porta - La lapdance mi aspetto che sia tu a farla, al massimo io potrei uno strip tease... chi lo sa, magari un giorno, se sarai stato abbastanza bravo da meritartelo - scherzò, aprendo l'anta dell'armadio per scegliere i vestiti - E già che stai scendendo giù... - si slacciò l'accappatoio e glielo lanciò praticamente in testa - rimettilo a posto, grazie - . -
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Si aspettava che Justin sarebbe rimasto inerme davanti a Blake praticamente nudo davanti a sé? Quanto si sbagliava. Spostò l'accappatoio dal volto e "cuccò" per bene, la bocca semiaperta. -il buongiorno si vede dal mattino.. sarà un bellissimo giorno..!- pensò ad alta voce, prima di schiarirla grattandosi la gola con un colpo di tosse. -..non ho lo spazzolino però, e non so dove sia il bagno che dovrei usare..- della serie: possiamo rimanere qui questa mattina, tu ti metti nudo sul letto e io ti dipingo tutto, roar. . -
Redda.
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Se solo avesse avuto il potere di leggere nella mente non avrebbe avuto niente da ridire in contrario, anzi! Si sarebbe buttato da solo sul letto. Non era poi così difficile trovare il bagno, in quella casa c'erano solo due porte al piano di sotto - Non sono molto propenso all'idea di farti usare il mio spazzolino, ma mi vedrò costretto a fare un'eccezione, magari poi te lo regalo - Prese un paio di jeans e li indossò, poggiando poi una delle maglie sulla spalla - Vieni, ti mostro dov'è, non vorrei ti perdessi nell'immensità del mio appartamento - L'avrebbe messa direttamente giù, anche perché alla fine era costretto a tornarci in bagno, dato che il deodorante era lì. Lo precedette, fermandosi appena fuori dalla porta -Su- . -
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Justin lo seguì e senza pensarci molto si lavò i denti. Tanto germi per germi, alla fine si erano slinguati un po' ovunque. Poi almeno avrebbe avuto lo spazzolino di Blake da usare d'ora in poi, vuoi mettere? COmunque sia, si fece un paio di seghe mentali guardandogli gli addominali, cercando però di mostrarsi il più naturale possibile e alla fine lo attese mentre finiva di prepararsi, dopo essersi eventualmente pettinato ed essersi messo il deodorante anche lui, perché di puzzare lui non aveva proprio voglia. Insomma, dopo essersi sciacquato il viso ed aver fatto tutto quello che doveva, finalmente era venuto il momento di andare a scuola. Fosse stato con Blake o no, non lo sapeva. Magari non voleva farsi vedere con lui. -beh.. io vado eh. Ciao- dall'ingresso, aprì la porta e uscì, sapendo che Blake ci teneva alla sua fucking reputazione. Avrebbe preso l'autobus, suvvia . -
Redda.
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Batté un paio di volte le palpebre quando lo vide uscire dalla porta. Dove diamine stava andando del cretino? Lo raggiunse prima di vederlo sparire dentro l'ascensore - Mi dici dov'è che stai andando? - gli domandò, poggiandosi allo stipite della porta, ancora scalzo. . -
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-vado a scuola, no? Così non mi vedono con te- borbotta scrollando le spalle. SPOILER (clicca per visualizzare)
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Redda.
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Scosse il capo - Aspetta - gli disse, rientrando in casa e lasciando la porta aperta. Ok non voleva che li vedessero insieme, ma non era di certo così stronzo da negargli un passaggio, anche se Justin doveva averlo pensato. Mise le scarpe, infilò nella tracolla un paio di quaderni a caso, indossò il giubbotto e per ultimi gli occhiali da sole. Accidenti a Justin, non gli aveva nemmeno dato il tempo di fare colazione. Uscì nuovamente e chiuse a chiave la porta, raggiungendo l'ascensore - Mi devi un caffè - gli disse, pigiando il bottone rosso e sollevando l'anulare, come se volesse mostrargli il nodo che aveva fatto al dito - Oltre a qualcos'altro- .
Siamo tornati :D behappy e tanto amore |
